![]() La notizia che Facebook si stia preparando per testare il mouse tracking su larga scala è arrivata alcuni giorni fa. Come riporta il Wall Street Journal, Facebook sta testando un nuovo software per il mouse tracking. In un’intervista Ken Rudin, responsabile per le analisi ed ex-dipendente di Zynga, dichiara che Facebook sta preparando un implemento delle sue infrastrutture per raccogliere questa enorme quantità di dati, ma ammette anche che l’esperienza dei prossimi mesi deciderà se continuare su questa strada o meno. Sempre secondo Rudin i dati saranno usati per tanti scopi, come ad esempio lo sviluppo del prodotto o un targeting più preciso della pubblicità. Ma Facebook per certo non è l’unica e nemmeno la prima azienda che effettua il mouse tracking sul proprio sito web. In marzo Jon Oringer, CEO e fondatore di Shutterstock, ha dichiarato al Wall Street Journal che la sua azienda registra ogni cosa che i visitatori fanno sul loro sito: dove posizionano il cursore del mouse, quanto tempo lo lasciano fermo su una determinata immagine, se scrollano, etc. Il mouse tracking non viene fatto solo dalle grandi aziende oltreoceano – so per esperienza personale che ci sono anche siti web italiani che effettuano il mouse tracking. Ma cos’è il mouse tracking? Attraverso un software viene effettuata una registrazione dei movimenti del cursore del mouse su un sito internet: dove l’utente posiziona il cursore, se scrolla, dove clicca, se continua a muoverlo attraverso una determinata immagina, bottone, etc. Alla fine si ha una registrazione fedele del comportamento dell'utente su un sito web. Fatto sta che il mouse tracking esiste da anni ed è uno strumento importante per l’ottimizzazione dei siti web. Grazie al mouse tracking si può vedere come gli utenti interagiscono con un sito internet, quali sono le pagine e gli elementi più usati, se usano certi bottoni o quando e in che preciso punto abbandonano il sito. Facciamo un esempio per illustrare meglio l’utilità e lo scopo del mouse tracking: Ho un sito di e-commerce. Ho tanti visitatori che, però, acquistano poco. Posso pensare che o non sono interessati ai miei prodotti o che c’è qualcosa che non va nel sito. Escludiamo la prima ipotesi perché se non sono interessati non vanno a visitare il mio sito. Per capire cosa non va nel sito usiamo allora il mouse tracking. Grazie al mouse tracking vediamo che i miei utenti vanno a vedere i prodotti, ma invece di premere il bottone “acquista” cliccano sull’immagine del prodotto dove, però, non succede niente. Dopo un paio di tentativi di cliccare sull’immagine abbandonano il mio sito di e-commerce. Cosa ho dunque capito grazie a questa analisi del mouse tracking? Giusto, devo mettere un link per l’acquisto all’immagine del prodotto. Lo scopo principale del mouse tracking è quello di ottimizzare i siti web per i propri utenti. Lo scalpore che questi metodi di analisi suscitano tra gli utenti del web sta soprattutto nel fatto che, nonostante la stragrande maggioranza delle persone usino internet ogni giorno per ore, solo pochi sanno ho hanno anche una seppur minima idea di come funzioni l’internet, delle tecnologie che stanno alla base o dei metodi di analisi che vengono usati normalmente. Rinunciare al mouse tracking significa rinunciare ad essere competitivi online. Importante è farlo fare da professionisti seri ed in rispetto alle leggi vigenti, rispettando la privacy degli utenti. |
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Maggio 2020
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